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Pillole di gratitudine: tre esercizi da sperimentare

Chi o cosa apprezziamo di più nella nostra vita? È da questa domanda che possiamo iniziare a esplorare il concetto di gratitudine, ovvero la capacità di apprezzare ciò che è prezioso e significativo, dentro e al di fuori di noi.

Jon Kabat-Zinn, fondatore del protocollo MBSR (Mindfulness Based Stress Reduction) inserisce la gratitudine tra i 9 pilastri della consapevolezza che possono essere intenzionalmente coltivati ogni giorno per essere pienamente presenti e capaci di aprirci alla nostra esperienza. Personalmente, come praticante di Mindfulness, ho deciso di introdurre questa intenzione nella mia vita grazie all’incontro con una persona particolare, direi rara: pervasa da un irriducibile ottimismo, saluta con occhi pieni di amore ogni cane che passa per la strada e ha una parola gentile per chiunque.

Poterla frequentare, starvi a stretto contatto, è stato un dono e mi ha fatto comprendere quanto poco si trattasse di temperamento soggettivo, ma di un esercizio intenzionale e quotidiano con cui è possibile plasmare e arricchire il nostro presente.

L’incontro con questa persona, contemporaneamente alla mia personale pratica di Mindfulness, mi ha portato a trasformare le mie giornate in una continua serie di meditazioni informali sulla gratitudine, che considero quasi un gioco, per le sensazioni di “gioia bambina” che mi suscita.

Quando pratichiamo la gratitudine, infatti, il focus non si pone sulla ricerca mentale di qualcosa in particolare che riteniamo di poter apprezzare intensamente, ma piuttosto sul guardare a tutta la nostra esperienza con uno sguardo aperto, riconoscente, un vero e proprio “innamorarsi della vita”, diventando consapevoli di cosa significhi veramente essere presenti qui e ora.

Come fare a introdurre la pratica della gratitudine nella nostra vita concretamente? Ecco tre esercizi che mi sono stati utili:

  • Non dare nulla per scontato: possiamo creare uno spazio di consapevolezza e gratitudine per le cose che stanno andando bene, attingendo da ambiti come la salute, gli affetti, l’ambiente circostante.
  • Guardare la vita con occhi riconoscenti: ogni giorno, invece di alzarci subito, possiamo provare a rimanere nel letto per 20 secondi e “sentire” di essere viv*, anche oggi, proprio oggi, con tutte le possibilità che si aprono.
  • Osservare l’altro con sguardo curioso: quando siamo in compagnia di altre persone, proviamo a riconoscere la bellezza di chi ci sta intorno nella sua specificità e dell’incontro unico e irripetibile che sta avvenendo, la somiglianza del nostro essere fragili, vulnerabili, sensibili.

Invece di inseguire affannosamente il futuro per obiettivi sempre più sfidanti, convinti che siano l’unica via per un senso di pienezza, la pratica di Mindfulness ci permette di scoprire un potenziale trasformativo a portata di mano in ogni istante: la gratitudine.

Proviamo subito a coltivarlo con una semplice domanda di gratitudine verso di noi: per cosa sono grat* a me stess*?

“Siccome ogni cosa ha contribuito al tuo avanzamento, dovresti includere nella gratitudine tutte le cose” – Ralph Waldo Emerson

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