Cosa hai fatto di nuovo negli ultimi giorni?

Cosa hai fatto di nuovo negli ultimi giorni?

Quali nuovi territori hai visitato?

Quali nuovi personaggi hai conosciuto?

Sono domande che non ci facciamo, meno che mai in questo periodo storico in cui ci sembra di non poter fare nulla, di avere solo limitazioni e impedimenti. Ma non esistono solo i territori e i personaggi esterni. Il nostro mondo interno è pieno di sorprese, se solo ci diamo il permesso di scoprirle.

Non possiamo uscire di casa, ma possiamo viaggiare dentro la nostra casa interiore. Adottando quello sguardo del principiante, che la Mindfulness ci invita a coltivare in ogni pratica, potremmo scoprire nuovi mondi e nuovi abitanti. Potremmo rinnovarci, crescere, maturare senza muoverci di casa.

Come si fa?

La Mindfulness ci invita a rallentare e fermarci, fare spazio e fare silenzio, per ascoltare i moti del cuore, del corpo e della mente. Accogliere tutto, senza farcene catturare. Surfare sulle onde di mari sconosciuti, senza farcene travolgere. Esplorare i tanti volti e le tante voci che ci abitano, dando il permesso a tutti di presentarsi e portarci dei doni.

È così che si visitano nuovi territori e si incontrano nuovi personaggi. Lasciando andare per un po’ le terre conosciute e facendo spazio al nuovo. Se continuo a dialogare con la solita me, calma e gentile, non incontrerò la me impaziente e irrequieta. Se darò ascolto solo alla Valeria razionale e ragionevole, mi impedirò di scoprire cosa ha da dirmi la Valeria impulsiva ed emotiva. Se instancabilmente tratterò il mio corpo come un accessorio, non imparerò a viverlo come una risorsa.

Chi c’è oltre la soglia?

Chi c’è oltre al già noto?

Una danzatrice, una incantatrice, un’affabulatrice, una viandante, una scrittrice, una giullare di corte, una donna armata, una bambina spaventata, una fata, una principessa, una madre amorevole, una insofferente, una signora con i tacchi a spillo, una vedova, una maga. 

Ma spingiamoci ancora più in là.

C’è in me un po’ del mare, del cielo, della tempesta, c’è un serpente e un’aquila reale, ci sono granelli di sabbia, anelli di fuoco, turbini di vento, una corteccia anziana, una linfa vitale, una foglia rosicchiata, un frutto acerbo, un terremoto e una dolce primavera.

Chi altro c’è da conoscere e incontrare dentro di me?

Un uomo forse, un giovane cavaliere, un bandito, un erudito, un folle, un vecchio, un trovatore, un missionario, un killer, un bugiardo, un vile, un principe azzurro, un dittatore, un lattante, un preside, un sorvegliante, un confessore, un attore, un amore.

Se continuo a guardare la me che conosco non accadrà mai nulla di nuovo!

Quanti volti ci sono dentro di noi? Quanto siamo capaci di vederli, riconoscerli, accoglierli, viverli?

“Chi sei tu?”

È la domanda che apre una delle pratiche più belle che abbia mai fatto. Di solito avviene in coppia, con persone conosciute o sconosciute, non importa. Ogni volta mi rivela qualcosa di nuovo, qualcosa di cui ho bisogno, una risorsa, un personaggio, una divinità che abita in me e che posso attivare, senza pre-giudizio, senza aspettativa, con fiducia. Ho imparato a fare questa pratica da sola, mentre cammino, mentre faccio la doccia, mentre assaporo un te caldo. Mi parla, mi rivela, mi permette di evolvere.

Quello che accade è straordinario. Quando mi accorgo di essere “tanta” e lascio andare il giudizio, irrompe la possibilità che mi deriva dalle tante voci, dai tanti toni, dalle tante sfumature, ogni volta diverse che entrano in campo per tirare un pallone, fare un passaggio o concludere in rete.

Quando arrivano i rinforzi dall’interno, quando mettiamo in campo gli altri noi, sentiamo leggerezza, forza, felicità. Sì, siamo felici quando siamo aperti ai tanti volti che ci abitano, tutti presenti, tutti pronti.

Lasciamo dunque andare il passato, la ripetizione dei soliti copioni, dei soliti ragionamenti, impariamo a coltivare l’occhio nuovo, del principiante curioso e fiducioso.

Diffidiamo di chi ha uno sguardo unilaterale sulle cose.

La gioia irrompe quando non consideriamo definitive le cose che abbiamo fatto, vissuto, realizzato, quando teniamo aperta la porta del cuore a tutti i personaggi che ci abitano e che vengono a salvarci, se solo glielo permettiamo!

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