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Contatto e disagio, un binomio potente

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Per scoprire qualcosa di nuovo in noi, per dare un nuovo colore, un nuovo suono, una nuova possibilità alla nostra vita, abbiamo bisogno di aprirci al contatto. Contatto con l’altro, con la natura, con noi stessi, contatto con le note più profonde, più nascoste e più difficili della nostra gamma esistenziale.

Dare nuovo senso alla vita attraverso il contatto, significa scoprire continuamente ciò che ci unisce e non ci separa. Ma da chi? Da cosa? Da chi siede accanto a noi in treno mentre andiamo al lavoro, dalla persona che attraversa la strada mentre siamo fermi al semaforo, dal fiore sbocciato inspiegabilmente tra le foglie morte, dal bambino che piange inconsolabile dall’altra parte del muro, dalla donna che ostenta il suo corpo su un cartellone pubblicitario, dal cane che abbaia al di là del cancello, dall’uomo che dorme sul ciglio della strada, dal ragazzo che beve una birra di troppo, dal timido tentativo di conoscenza di uno sconosciuto, da chi ci scrive un messaggio banale, da chi ci chiede come stiamo senza volerlo veramente sapere, da chi ci ama senza essere ricambiato, da chi ci odia, ci invidia, ci critica, da chi ci abbraccia all’improvviso e poi ci guarda da lontano, da chi si preoccupa per noi e ci cammina di fianco, da chi ci pensa senza dirlo, da chi ci vuole bene senza saperlo, …

Aprire le nostre solitudini alle solitudini del mondo, sporgersi in avanti e perdere l’equilibrio, alzare gli occhi e incontrare l’altro, senza paura, presunzione e giudizio, con il cuore aperto, lo sguardo curioso, il sorriso pronto, questo è il contatto che ci trasforma e ci permette di conoscere nuove parti di noi, trasformare le nostre vite e viverne di nuove.

Ma come si fa? 

Possiamo uscire dalle nostre routine, dalle zone di confort, di sicurezza e agio ed esplorare il non noto e lo sconosciuto, solo attraversando il disagio, il disagio del non sapere e del non controllare, il disagio della paura e dell’incertezza, il disagio del giudizio e del pre-giudizio. È solo attraversando il disagio che possiamo scoprire qualcosa di nuovo e di diverso in noi e nel mondo. Spesso questo non ci è chiaro, crediamo che la nostra vita sarà migliore se limitiamo il disagio, ma il disagio non solo è inevitabile, e saperlo attraversare fa la differenza, il disagio è anche una grande opportunità di cambiamento, di crescita, di felicità.

La prima cosa che si scopre quando ci si regala la possibilità di uscire dai propri schemi abituali entrando nel disagio dell’incontro con lo sconosciuto, è che il disagio è transitorio, non nel senso che duri poco – l’attesa di un nuovo senso di confort e sicurezza potrebbe anche essere lunga se l’intenzione di osare viene alimentata quotidianamente – ma nel senso che transita nella nostra esperienza in modo diverso ogni giorno, trasformandoci continuamente e facendoci vedere quanto poco stabili e noti siamo noi stessi, e quante altre parti di noi siano pronte a entrare in scena, se solo gli diamo un po’ di spazio.

Nel disagio dell’uscire un po’ fuori da sé per incontrare l’altro, uscire cioè dal sé abituale che spesso erroneamente crediamo sia l’unico nostro sé, entriamo in contatto con parti di noi del tutto inascoltate, sperimentiamo i nostri limiti e li sfidiamo, scoprendo nuove possibilità, nuove priorità, nuovi desideri e quindi nuove tracce per la nostra esistenza.

Non è mai un cammino lineare, possiamo accorgersi delle spinte retroattive, protettive e comode che ci fanno arretrare, stagnare, impantanare, soffocare e irrigidire un’altra volta. Prendere consapevolezza di questi automatismi difensivi è fondamentale per poterli superare, per lasciarli andare, coltivando la fiducia e il coraggio, il coraggio di vivere una vita ogni giorno diversa.

La Mindfulness può essere una preziosa alleata in questo viaggio di sola andata verso l’altro e verso di sé, perché ci guida ad ascoltarci sempre e gentilmente, a notare i nostri pensieri, le nostre emozioni, le nostre sensazioni e accoglierle tutte senza preferenza; ci aiuta ad accettarci per quello che siamo, senza volerci diversi, a dirigerci verso il nuovo con fiducia, pazienza, curiosità; ci invita a sperimentarci, a osare, a uscire dai nostri rassicuranti e opprimenti copioni di vita; ci insegna a non giudicarci e non giudicare, a perdere i confini dell’ego e tuffarci nell’immenso panorama del contatto vero, autentico, genuino con quel mondo che abbiamo il privilegio, peraltro passeggero, di attraversare proprio ora.

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