Come abbiamo scoperto nell’articolo precedente (Emotional Agility, competenza chiave di un Mindful Leader) le persone e i leader Mindful sono efficaci perché accettano e non cercano di sopprimere le loro esperienze interiori . Si avvicinano al loro mondo interno in modo attento, curioso e aperto. Imparano a familiarizzare con pensieri ed emozioni, riconoscendoli, accogliendoli e soprattutto sapendoli lasciar andare, se necessario. Sviluppano ciò che chiamiamo Emotional Agility (agilità emotiva), ovvero facilità nel trattare una materia poco visibile ma fortemente condizionante come quella che abita il nostro mondo interno.
Come MindfulVision abbiamo lavorato con aziende di vari settori per aiutarle a sviluppare questa competenza trasversale. Di seguito vi offriamo 4 pratiche per allenare questa competenza:
- Riconosci i tuoi schemi mentali
- Etichetta i tuoi pensieri e le tue emozioni
- Fermati e accogli con fiducia quello che c’è
- Agisci in base alle tue intenzioni
Riconosci i tuoi schemi mentali
- Il nostro pensiero diventa rigido e ripetitivo. Iniziamo a notare che le nostre auto-recriminazioni, i nostri dialoghi interiori suonano come un disco rotto, ripetendo gli stessi messaggi più e più volte.
- La storia che la nostra mente si sta raccontando sembra vecchia. Iniziamo a notare una replica di alcune esperienze passate.
Per esempio il nostro atteggiamento nei confronti di certi colleghi: “se non ci fossi io tutto andrebbe a rotoli”, “sono sempre l’ultimo a essere interpellato”, “non è possibile che permetta a qualcuno di parlarmi in quel modo”. Forse abbiamo sperimentato qualcosa di simile nel nostro lavoro precedente e in quello prima ancora. Forse, al di là del comportamento degli altri, c’è una parte di noi che continua a riavvolgere e ripetere lo stesso film.
Abbiamo bisogno di accorgerci che siamo bloccati prima di poter iniziare a cambiare. Ecco che la consapevolezza, allenata attraverso le pratiche di Mindfulness, ci viene in aiuto.
I leader inciampano quando prestano troppa attenzione alle loro chiacchiere interne e le consentono di indebolire importanti risorse cognitive che potrebbero essere utilizzate al meglio.
Etichetta i tuoi pensieri e le tue emozioni
Quando siamo stati agganciati da uno stato emotivo tutta la nostra attenzione è catturata da alcuni pensieri e sentimenti che affollano la mente, non c’è modo né spazio per osservarli e gestirli. Una strategia che può aiutarci a considerare la nostra situazione in modo più distaccato è questa:
- Etichettare, dare un nome a questi fenomeni psichici che ci accadono. Per farlo possiamo prestare attenzione a quello che succede, notarlo, e chiederci ”che cos’è?” dopodiché dargli il nome che gli appartiene: se ci viene in mente qualcosa di passato allora è un ”ricordo”, se stiamo dando un giudizio a qualcosa, senza averne fatto esperienza diretta allora sarà un ”pre-giudizio” e così via con tutto quello che può succedere (commento, paura, angoscia, fastidio, insofferenza, dubbio, ecc)
Ancora a monte, proprio come chiamiamo l’acqua “acqua”, proviamo a chiamare un pensiero “pensiero” e un’emozione “emozione”. “Non sto facendo abbastanza” diventa così “pensiero”, e in particolare “giudizio”. Allo stesso modo “il mio collega ha torto” diventa “pensiero giudicante verso il mio collega e rabbia come emozione presente in me”. L’etichettatura ci consente di vedere i nostri pensieri e sentimenti per quello che sono: fonti transitorie di informazioni che possono o meno rivelarsi utili. Gli esseri umani sono psicologicamente in grado di prendere questa visione “da elicottero” delle proprie esperienze.
Numerosi studi provano che una pratica di Mindfulness semplice e diretta come questa non solo migliora il comportamento e il benessere, ma promuove anche cambiamenti biologici nel cervello e a livello cellulare, che potenziano questa visione prospettica.
Fermati e accogli con fiducia quello che c’è
L’opposto del controllo è la fiducia: non agire in base a ogni pensiero o rassegnarsi ad esso, ma rispondere alle proprie idee ed emozioni con un atteggiamento aperto, fiducioso, prestando loro attenzione e scegliendo consapevolmente come agire. Immaginiamoci in una situazione in cui siamo molto arrabbiati con qualcuno per qualunque motivo. Possiamo accorgercene e prendere un po’ di distanza dal nostro sentire attraverso l’etichettatura (che abbiamo indagato nel punto precedente). Sentire e riconoscere l’impulso ad aggredire o offendere l’altro, in modo più o meno diretto e scegliere di fermarci, interrompere l’automatismo, come? Facendo questo:
- Uno STOP di 5 respiri profondi e consapevoli, portando tutta l’attenzione sulla sensazione dell’aria che entra ed esce dal corpo generando un movimento di apertura e di rilassamento nel torace e nel ventre ci permette di uscire dai soliti copioni. Spostare il focus della nostra attenzione sul corpo e attivare il nostro sistema nervoso para-simpatico attraverso il respiro lento e profondo, ci permette di mandare al cervello un messaggio rassicurante.
Non ci sono pericoli di vita, possiamo uscire dalla modalità automatica attacco-fuga e scegliere cosa vogliamo essere, cosa è più opportuno fare o dire, prenderci una pausa dall’affollamento mentale e invitarci ad assumere un atteggiamento autenticamente gentile e compassionevole sia nei confronti della nostra rabbia sia verso i nostri interlocutori. Invece di urlare, possiamo fare una chiara richiesta all’altro centrata sul qui e ora e non sul passato (“non capisci mai niente”) o sul futuro (“ci farai arrivare tutti in ritardo”).
Più accettiamo la nostra rabbia portando ad essa la nostra curiosità, più potenziamo e non miniamo la nostra leadership.
Agisci in base alle tue intenzioni
Quando ti sganci dai tuoi pensieri ed emozioni difficili, espandi lo spettro delle possibili scelte. Puoi decidere di agire in un modo che sia in linea con le tue intenzioni.
- L’intenzione è il motore interno e autentico dell’azione, è ancorato ai nostri valori e ai nostri desideri, personali e organizzativi.
Incoraggiamo i leader a prendere consapevolezza delle loro intenzioni: Qual è la tua vera intenzione qui e ora? Puoi condividerla con il team? Puoi fartene guidare per definire le priorità e non farti distrarre? Stai facendo un passo verso l’essere il leader che più desideri essere e vivere la vita che più desideri vivere?
Il flusso del pensiero della mente scorre senza fine e le emozioni cambiano come il tempo, ma i valori sono saldi e possono essere richiamati in qualsiasi momento, in qualsiasi situazione.
In conclusione, è impossibile bloccare pensieri ed emozioni difficili. I leader efficaci infatti non sono immuni da pensieri ed emozioni difficili, ma grazie alla pratica di Mindfulness ne diventano consapevoli, riuscendo a riconoscere le loro esperienze interiori senza esserne catturati. Sanno come liberare le proprie risorse interne e impegnarsi in azioni in linea con i loro valori.
Sviluppare l’agilità emotiva non è una soluzione rapida, occorre allenarsi quotidianamente e pazientemente verso questi nuovi atteggiamenti di fondo. Ma di sicuro il cambiamento che porteranno sarà profondo e duraturo e non superficiale e passeggero come l’adozione di una tecnica esterna che non viene interiorizzata e incarnata nello stile di vita della persona.
Buon allenamento allora, ad ognuno di noi!
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A presto!