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Come passare dalle critiche all’apprezzamento?

Accade spesso nelle relazioni che abbiamo nella nostra vita, di provare emozioni a tinte forti, spesso negative e di trovarci a criticare e giudicare l’altro. Però criticare non aiuta le persone, anzi spesso la critica che rivolgiamo inasprisce semplicemente i rapporti e il criticante perde di stima da parte del criticato e di tutti quelli che lo osservano. Specialmente online, fenomeno recente che sta creando non pochi problemi alle persone.

Aggiungerei che non aiuta nessuno: non chi critica a migliorare la sua posizione e non il criticato a migliorare le sue azioni. È una situazione in cui tutte le parti perdono. Ed è una occasione persa per migliorare se stessi, gli altri e l’intera società. Soprattutto i giovani, hanno più bisogno di esempi che di critiche.

Cosa succede nel nostro corpo quando critichiamo? Potremmo avvertire nel corpo, se ci soffermiamo a sentirci per un momento, sensazioni non piacevoli, come un malessere generale, cerchio alla testa o una morsa allo stomaco.

Proprio nel momento in cui proferiamo il giudizio sentiremo delle sgradevoli sensazioni. Provate a farci caso.

Renderci conto che stiamo criticando è il primo passo di consapevolezza che possiamo fare.

A volte è un’abitudine, è il nostro pilota automatico che subito mette in luce con asprezza e poca disponibilità ciò che dell’altro non ci piace oppure, altre volte, non riusciamo ad evitare il fastidio o a risolvere ciò che dell’altro ci disturba; a questo punto è basilare fare un profondo respiro e FERMARCI.

Sì proprio così, sospendere tutto, tutto ciò che stiamo facendo e ciò che stiamo dicendo.

1° passo: Rendersi conto che stiamo giudicando

2° passo: Sospendere il giudizio

Appena sospendiamo, respiriamo, sentiremo uno spazio di silenzio, allora potremmo pensare di spostarci fisicamente andando altrove e mettendo distanza per recuperare un po’ di benessere.

Possiamo provare quindi a decidere di essere più disponibili e non critici. La disponibilità ci regala morbidezza e si rivela essenziale per affrontare gli ostacoli della vita, maggiore disponibilità verso gli altri può pian piano diventare un’abitudine. Anche se non vuoi o non puoi dire di sì, puoi comunque scegliere di dire di sì alla gentilezza, alla non critica e in questo modo non amplificare le emozioni negative.

Il passo seguente è provare ad andare oltre e porci la domanda: “Cosa posso apprezzare in lui/lei”?

Inizieremo così ad educare la nostra mente ad una pratica gentile di apprezzamento e disponibilità verso l’altro, soprattutto nelle situazioni difficili.

Ne abbiamo tutti, in alcuni periodi di particolare stress o ruminazione mentale più volte al giorno ci troviamo a criticare qualcuno.

Questa che segue è una pratica gentile che ci alleggerisce i pensieri e l’umore.

Puoi provare fin da subito, seguendo queste semplici istruzioni:

  • Pensa ad una persona con cui hai una relazione difficile
  • Senti il tuo corpo e le tensioni che emergono come d’abitudine quando la pensi
  • Recita nella tua mente “Oltre a questo, che già conosco, cosa posso apprezzare di lei/lui?”

Come ci insegna la Mindfulness, stiamo lì, nel respiro e in questo spazio vuoto, anche solo per un attimo. Anche se non arriva nulla.

Prova e riprova, è sempre una questione di allenamento mentale, perché con questa intenzione pian piano qualche cosa di nuovo arriverà. Tienilo presente.

Quando iniziamo a tener presente ciò che apprezziamo negli altri, le relazioni con le persone cambieranno.

La nostra attenzione per le loro qualità farà la differenza, dapprima in noi, subito dopo, in loro. A volte, più che risolvere possiamo andare verso il dissolvere, offrire morbidezza a noi per regalarla agli altri.

Le critiche che rivolgiamo alle persone amate ce le allontanano sempre un po’.
Non bisogna toccare gli idoli; la doratura può restarci sulle dita. 

(G. Flaubert)

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