“Non anticipare possibili scenari nella tua testa. Nessuno di essi può prepararti a quello che succederà”
Chi di noi non si è mai trovato in una piccola, personale crisi dello scrittore? Magari davanti a un tema ai tempi della scuola, magari davanti a un biglietto di auguri.
Il foglio bianco ha un effetto terrificante per alcuni di noi e più ci sforziamo di riempirlo, meno parole si dispiegano sul bianco.
In compenso, cominciano ad accumularsi pensieri: questi riguardano quello che crediamo sia apprezzabile creare, ma soprattutto come questo si riflette sull’immagine che abbiamo costruito di noi stessi (“Come mi fa apparire scrivere questa frase?”, “Con questo curriculum sembrerò abbastanza professionale?”).
Quando ci troviamo a dovere creare qualunque cosa, siamo davanti a un bivio: da un lato vogliamo lasciarci guidare dalla nostra “ispirazione”, dall’altro vorremmo dare una direzione.
Come in tantissimi altri aspetti, la Mindfulness, può venirci in aiuto.
Per creare c’è bisogno di lasciar vagare la mente in libertà, ma allo stesso tempo saperla leggere.
La Mindfulness infatti ci invita a fermarci, osservare i nostri pensieri come da un elicottero, riconoscere le diverse forme che assume il pensiero – immagini, parole, dialoghi interiori, ricordi, promemoria, …- e lasciarle scorrere senza giudizio e senza preferenza, con atteggiamento curioso e gentile.
Questa operazione diventa impossibile se ci lasciamo catturare dai giudizi che produce la mente. Il flusso della creatività verrà interrotto e limitato nelle sue potenzialità dalla mente giudicante. Una mente che è condizionata dalle aspettative e che rallenta il flusso creativo.
La Mindfulness, ci insegna a essere consapevoli dei nostri pensieri, sia di quelli liberi, quando siamo nel flusso creativo, sia di quelli giudicanti che interrompono questo flusso. Durante la pratica impariamo a riconoscere i pensieri così come sono. Questo ci permette di lasciarli andare quando sono troppo invadenti e bloccanti, prenderne nota quando sono liberi e creativi.
Con questo allenamento di base, di fronte al blocco dello scrittore, possiamo imparare ad accogliere la fatica, permettere alla mente di emergere in tutta la sua creatività e soprattutto permettiamo al nostro lavoro di prendere forma.
Per potere finire, un progetto deve soprattutto iniziare e per farlo c’è bisogno che prenda forma, in un habitat mentale ed emotivo accogliente e non giudicante.
Per essere creativi, dobbiamo permetterci di sbagliare, di scrivere cose che non ci piaceranno, di essere quello che siamo in quel momento, senza voler apparire diversi. L’immagine che vogliamo conservare di noi stessi è infatti ciò che più impedisce alla mente di viaggiare oltre i suoi limiti.
Solo così, prima o poi, avremo creato qualcosa di significativo.
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A presto!